“Rompi il Silenzio”

L’Associazione Rompi il Silenzio fa parte della rete D.I.R.E (Donne in rete)costituitasi nel 2008 cui si ispirano i Centri Antiviolenza dislocati su tutto il territorio nazionale.
Rompi il Silenzio è stata fondata a Rimini da un gruppo di donne nel 2005 ed è operativa dal 2006; poggia la sua struttura su uno Statuto uguale per tutti Centri e di un regolamento redatto dall’Assemblea delle socie suddivisa in sottogruppi che si sono occupati di stilare le norme che riguardano il funzionamento di tutti gli ambiti di cui si occupa l’Associazione.
Rompi il Silenzio è costituito e gestito da donne, offre garanzia di anonimato e di sicurezza e considera la violenza maschile contro le donne frutto della disparità di potere che esiste socialmente, storicamente e culturalmente nella nostra società.
Il Centro è collegato al numero telefonico 1522 (leggeN°38) c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Composizione e struttura dell’Associazione

Rompi il silenzio è composta da 16 volontarie che professionalmente sono occupate in vari ambiti lavorativi,tra le quali ogni 3 anni viene eletta la Presidente e la Vicepresidente, le 7 rappresentanti del Consiglio Direttivo. 8 collaboratrici si fanno carico della contabilità,della logistica delle CaseRifugio, nonché di svolgere compiti educativi e di sostegno alle donne in emergenza in presenza di minori.
Le Case-Rifugio, così chiamate perché ad indirizzo segreto e accessibili solo dalle operatrici ,gestite da R.I.S. sono 4 delle quali una chiamata di transizione e nella quale vengono accolte donne che si trovano in pericolo di vita e che hanno necessità di capire nell’immediato quale decisione prendere per sé e per eventuali figli/e. E’ un luogo nel quale la donna può iniziare a tranquillizzarsi accompagnata da una operatrice di riferimento.
Esiste quindi la casa detta di Semiautonomia nella quale vengono accolte le donne che hanno compiuto un percorso di fuoriuscita dalla violenza e che possono cominciare a gestire la loro quotidianità scongiurato il pericolo di vita per sé e per i propri figli/e.
Le socie sono suddivise in gruppi di lavoro che si occupano di vari ambiti:

  1. Gestione delle Casa-Rifugio
  2. Formazione
  3. Studio e Partecipazione ai Bandi di concorso ministeriali, regionali,provinciali….

La partecipazione e la vincita dei bandi di concorso costituisce la maggior fonte di finanziamento per l’Associazione seguita dalle donazioni volontarie,dalle quote associative delle volontarie stesse e dal 5 per mille.

Metodologia di intervento

La relazione tra l’operatrice e la donna che si rivolge al C.A.V. non è centrata unicamente sul “fare” e sulle richieste oggettive, importanti,anzi, emergenti che vengono rivolte dalle donne che chiedono aiuto(ospitalità, sostegno nella ricerca di un lavoro, percorso legale, psicologico…),ma tali criticità vengono prese in esame e sostenute da una “ridefinizione” di sé,vengono affiancate ad una “rilettura” della propria situazione da parte della donna. Diventa inevitabile portare alla consapevolezza da parte dell’operatrice l’aspettativa nei confronti della donna accolta circa la sua disponibilità a mettersi in gioco, a dare ascolto e voce a quelle istanze personali sottaciute, misconosciute e soffocate che rappresentano spesso il punto di emersione dal mare di dolore, spaesamento, solitudine e isolamento in cui si trovano le vittime di violenza. Fondamentale è condividere in questo contesto la necessità di darsi tempo per non nascondere più né a sé, né al mondo il proprio senso di sconfitta, di fallimento e di impotenza da cui far emergere la propria disponibilità al cambiamento. Accedere, col darsi opportunità tangibili di soluzione ai propri problemi, all’assunzione di responsabilità nei confronti del proprio progetto di vita, qualunque esso sia.
Il guadagno di una sempre più grande autonomia porta al cambiamento del rapporto con l’operatrice e con il CAV stesso da cui ci si emancipa nel divenire sempre più protagoniste della propria esistenza.
La relazione di fiducia quale ” capitale sociale” è possibile quando esiste il “reciproco riconoscimento”.L’operatrice,testimone del percorso della donna, le rimanda puntualmente il fatto che l’essersi rivolta al Centro produce già per se stesso uno spostamento significativo dal ruolo di vittima a quello di regista di sé che sceglie e che decide di dire “basta” alla violenza.
Anche per questo motivo è ineludibile il fatto che la donna stessa telefoni al centralino del Centro aperto tutti i giorni per tutto il giorno,per concordare un appuntamento per il colloquio.

I dati

Nel 2018 (gennaio/ottobre) RIS è stata contattata da 233 donne delle quali 35 che avevano iniziato già un percorso e 172 sono nuovi contatti. Di questi 126 sono di nazionalità italiana e 45 sono straniere; delle nuove 113 hanno subito violenza fisica, 88 violenza economica, 20 sessuale e 164 violenza psicologica.
Nella maggior parte dei casi (97/172) le donne hanno avuto bisogno di uno sfogo,(90/172) quindi hanno richiesto informazioni per vagliare strategie circa la propria sicurezza e quella dei propri figli,per muoversi sul territorio in maniera efficace per cercare un alloggio, richiedere assistenza legale(54/172), consulenza psicologica(16/172). 27 donne hanno richiesto ospitalità in situazione di emergenza.
A questo proposito occorre precisare che in totale le notti di ospitalità in situazione di emergenza nelle Case-Rifugio sono state 4481 (52,27% la media di notti per donna/minore), delle quali 1735 ospitalità offerta a donne senza prole e 2746 notti a donne con prole. Le donne ospitate dal 1° gennaio al 31 ottobre sono state 39 di cui 28 con figli/e e 11 senza per un totale di 85 presenze.
Rompi il Silenzio collabora:

  • il Comune di Rimini per la gestione degli Sportelli (legale, psicologico,lavoro), presso “Spazio Vinci” cioè la sede del Centro Antiviolenza Comunale situato in Via Bufalini, N° 47 e inaugurato il 29 Settembre 2018.
  • la Regione Emilia Romagna per lo sportello lavoro
  • il Comune di Montescudo Monte-Colombo per la gestione della sede distaccata
  • il comune di S.Arcangelo con l’apertura dello sportello di ascolto (progetto dpo)
  • le F.F.O.O
  • i servizi sociali (Tutela Minori, Associazionismo)
  • la ASL (reperibilità h 24 nei fin e settimana)