Unità Operativa Dipendenze Patologiche

Il Dipartimento ha prodotto un rapporto sull’attività svolta nel corso del 2018, la cui versione integrale può essere scaricata cliccando qui.

Nel tempo i Servizi per le Dipendenze Patologiche (SERDP) hanno riscontrato una sostanziale e costante modifica delle caratteristiche dell’utenza e dei servizi offerti. Negli anni ’80 e ’90 le persone che richiedevano un trattamento erano prevalentemente dipendenti da eroina e il servizio era denominato SerT (Servizio Tossicodipendenze). All’utenza tossicodipendente eroinomane si sono associati consumatori/dipendenti da altre sostanze d’abuso, quali ad esempio i cocainomani, o anche nuove forme di consumo-associazione di sostanze, il cosiddetto poliabuso. Sulla spinta delle analisi epidemiologiche e delle problematiche emergenti-presenti sono stati attivati nuove offerte di cura, si è in parte soddisfatta una domanda latente, a cui in precedenza non si era dato risposta e che comunque non è da considerarsi tuttora definitivamente soddisfatta. È il caso dell’utenza con problematiche connesse con l’alcol, il gioco d’azzardo o il tabacco.

Nella provincia di Rimini più che di modifica del profilo dell’utenza occorrerebbe parlare di ampliamento delle problematiche afferenti al servizio. Tra l’altro, come ripetutamente indicato dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, per il futuro «vi sono scarsi segnali che lascino intravedere un miglioramento della situazione per quanto riguarda l’uso di eroina e cocaina, le due sostanze al centro del problema del consumo di droga in Europa».

Attualmente il consumo di sostanze psicoattive interessa una serie di sostanze più ampia che in passato. Fra i consumatori di stupefacenti è diffusa la poliassunzione e i modelli individuali di consumo vanno dall’esperienza occasionale all’assunzione abituale, fino alla dipendenza. In generale, il consumo di stupefacenti è solitamente maggiore tra i maschi e questa differenza è in genere accentuata per i modelli di consumo più assiduo e regolare. Benché la prevalenza del consumo di cannabis tra la popolazione generale sia circa cinque volte superiore a quella di altre sostanze e il consumo di eroina e di altri oppiacei rimanga relativamente modesto, queste ultime continuano a essere le droghe più comunemente associate alle forme più dannose di consumo, compreso quello per via iniettiva e continuano a caratterizzare la popolazione che accede ai servizi per le dipendenze. La cocaina rimane lo stimolante illecito più consumato tra i soggetti che esprimono una domanda di trattamento e l’assunzione di stupefacenti per via endovenosa è più comunemente associata agli oppiacei.

Le analisi di seguito riportate sono state effettuate sulla base di quanto rilevato attraverso i dati per singolo record raccolti dall’Osservatorio sulle Dipendenze di Rimini1.

Utenti affluiti

Gli utenti affluiti nel 2018 sono stati 3.041, con una flessione dello 0,8% rispetto all’anno precedente ma con un incremento del 10,4% rispetto al 2008. La crescita registrata è attribuibile in particolar modo ai soggetti afferiti per problematiche connesse con l’uso di alcol (1.162 pari al 38,2%) o di droghe illegali (1.577 pari al 52,0%).

Nel corso dell’anno hanno usufruito dei servizi messi a disposizione dall’UO Dipendenze Patologiche 183 tabagisti (6,0%), 84 giocatori d’azzardo (2,6%) e “altre tipologie” (1,0%). In quest’ultima rientrano i soggetti con problematiche relative a nuove forme di dipendenza: shopping compulsivo, cibo, relazioni affettive, oppure familiari di pazienti che non si rivolgono direttamente al Servizio.

Utenti in Trattamento2

La percentuale di utenza in trattamento rispetto a quella affluita è pari al 50,6% (1.538 soggetti) con un incremento (+6,0%) rispetto al 2016 e tale crescita interessa tutte le tipologia di utenza (vedi la tabella qui sotto).

2008

2014

2015

2016

2017

2018

Variazione %

2016-2018

Variazione %

2017-2018

Droghe e/o farmaci

1.018

874

855

854

856

906

6,1

5,8

Alcol

389

375

408

432

443

456

5,6

2,9

Tabacco

128

96

101

130

114

125

-3,8

9,6

Gamblers

31

36

39

31

38

40

29,0

5,3

Altre tipologie

17

7

4

5

6

11

120

83,3

Totale

1.583

1388

1407

1452

1457

1.538

6,0

6,0

Considerando le diverse tipologie, in relazione ai soggetti in trattamento per dipendenza da droghe/farmaci si osserva una crescita sia nel periodo (+6,1%) che nell’ultimo anno (+5,8%). Per gli alcolisti vi è un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente. Anche se i soggetti in trattamento per le altre aree problematiche sono meno delle precedenti tipologie, in quanto la cura è di più recente introduzione nei Servizi, è però in netta e costante crescita: sia per i tabagisti che per i giocatori d’azzardo c’è un aumento rispetto all’anno precedente (9,6 e 5,3) anche se per i tabagisti si nota una lieve flessione nel periodo (- 3,8%).

Prevalentemente l’utenza è costituita da soggetti di genere maschile (76%) ad eccezione di quella tabagista. La percentuale di celibi/nubili interessa più della metà della popolazione (59,4%) con una netta preminenza tra coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti (72,8%). Tra questi ultimi diminuiscono i consumatori di oppiacei e aumentano coloro che chiedono un trattamento per uso di cocaina sia come sostanza prevalente che concomitante ad altre. In crescita anche la quota di utilizzatori di eroina o cocaina per via nasale o fumata. Sostanzialmente stabile la percentuale di soggetti che esprimono una domanda di trattamento per abuso di cannabinoidi.

L’83% presenta una situazione di stabilità abitativa e di convivenza con il proprio partner e/o figli (45,5%) o con la propria famiglia d’origine (30%). Quest’ultima condizione risulta più frequente tra coloro che fanno uso di droghe. Il 62% ha più di 40 anni e circa il 12% ha meno di 30 anni. Si osserva un complessivo invecchiamento dell’utenza, confermato dal lento e progressivo aumento dell’età media, che nell’ultimo anno passa ai 44,6 rispetto ai 37,2 anni del 2014, con una concentrazione massima nella fascia 40-49 anni (29,6%). Cresce la percentuale di coloro che si trovano in condizioni economiche svantaggiate (disoccupati/lavoratori precari/stagionali) che, nel 2018, si attesta sul 46,0%.

Nuovi Utenti

Rimane essenzialmente stabile la percentuale di nuovi utenti, che costituiscono più di 1/5 del totale dei pazienti (22% nel 2018 e 20,7% nel 2016). Trattasi prevalentemente di cittadini italiani (84,8%) e residenti nel territorio della Provincia di Rimini. Gli stranieri sono poco più del 15% e afferiscono all’area dell’Est Europa o del Nord Africa. Il 42% fa un uso problematico di droghe e il 32,5% di alcol. Le donne sono il 27,2% e circa 1 utente su 3 ha un’età inferiore o uguale ai 35 anni.
Più della metà (53,4%) presenta una condizione di celibato/nubilato e una situazione abitativa stabile vivendo per lo più con la propria famiglia d’origine. I disoccupati/precari o stagionali sono circa la metà così come gli operai.

Giovani 18-35 anni

I giovani sono il 24,6% dei trattati nel 2018. Gli under 25 anni sono il 20,3% e le donne circa il 20%.
I nuovi utenti sono circa il 30% e l’82,7% ha effettuato una richiesta di aiuto e trattamento, per uso di sostanze stupefacenti (la maggioranza per uso di oppiacei), senza differenze di genere.
Nonostante l’incremento di pazienti con titolo di studio medio-alto (diploma superiore o laurea) registrato nell’ultimo decennio, il dato pare essersi stabilizzato intorno al 25%.
L’11% è straniero, prevalentemente maschio e proveniente da Tunisia e Ucraina. La maggioranza (52,3%) vive con la famiglia d’origine e risulta disoccupato (42,4%), o svolge un’attività lavorativa instabile (16%).

Gli Stranieri

In aumento gli utenti di nazionalità straniera in trattamento che passano dal 6,6% del 2014 al 10,0% del 2018 (152 soggetti vs 116 del 2014). Trattasi di utenti con una età media di 39,7 anni (38,8 anni nel 2017), 69% maschi, 46,7% celibi/nubili e con dimora stabile (83,6%). Il 57,6% risulta disoccupato o lavora in modo precario/saltuario, il 50% si è rivolto per un problema legato all’uso di alcol e il 47,4% per l’uso di droghe e/o farmaci (prevalentemente oppiacei). Arrivano spontaneamente o tramite il carcere e sono prevalentemente residenti nel territorio in cui sono assistiti. Per la maggioranza provengono dall’area dell’ex Unione Sovietica o dell’Europa dell’Est (60,5%) e dai paesi del Nord Africa (20,4%), come Marocco e Tunisia. Mentre i primi rivolgono soprattutto una domanda di trattamento per problemi alcol correlati, i secondi esprimono una richiesta di cure prevalentemente per uso di oppiacei.

Disagio sociale

Rispetto al 2016 permane pressoché immutata la percentuale di soggetti con una dimora instabile3 (6,3% pari a 97 casi). Di questi, il 34% (33 soggetti) sono stranieri che provengono prevalentemente dal Nord Africa o dall’Europa (Romania, Ucraina, …) e frequentemente sono possessori della Tessera Sanitaria per Stranieri Temporaneamente Presenti in Italia (STP). A questi cittadini extracomunitari non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno sono assicurate le cure ambulatoriali ed urgenti, o comunque essenziali, ancorché continuative per malattia ed infortunio e i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva.

Sempre rispetto al 2016, si riscontra un leggero aumento della percentuale di soggetti che presentano una situazione di deprivazione multipla (disoccupati, dimora instabile e possesso di STP). Nel 2016 questa fetta di popolazione non raggiungeva l’1% dei soggetti trattati nell’anno mentre nel 2018 la quota risulta più che raddoppiata (37 soggetti vs 11 del 2016). Trattasi prevalentemente di maschi, stranieri provenienti dal Nord Africa, con un’età media superiore ai 30 anni.

Il progressivo invecchiamento dell’utenza è da attribuirsi alla cronicizzazione della dipendenza, che si traduce nella crescente presenza di utenti stabilmente in carico ai servizi, spesso incapaci di lavorare se non in contesti protetti, con problemi di salute invalidanti e situazioni di assenza o carenza di rete sociale di supporto. Questi utenti richiedono percorsi di cura protratti e caratterizzati da un’elevata intensità di cura.

Nel 2018 i cosiddetti lungo assistiti (categoria che comprende essenzialmente i tossicodipendenti di lungo trattamento, cioè con 10 anni o più anche non continuativi di assistenza) costituiscono il 25,7% dell’utenza trattata nell’anno. Sono pazienti che maggiormente gravano su ambulatori e strutture private, per la situazione di grave marginalità e vulnerabilità sociale, che presentano una molteplicità e complessità di bisogni, problematiche e richieste di aiuto sia sul piano sanitario che sociale, ai quali gli operatori devono rispondere impegnandosi in lunghi e complessi interventi per ridurne i danni e promuoverne, il più possibile, l’autonomia.

Si tratta generalmente di persone in età avanzata (l’età media è di 47,7 anni e il 37% ha più di 50 anni), di genere maschile (82%), celibi, con bassi livelli di istruzione e di professionalizzazione, con condizioni sociali in genere molto precarie, che vivono da soli (27,8%) o con genitori ormai anziani (43,3%).

Situazione sanitaria4

Rispetto al 2008, aumenta la quota dei soggetti sui quali è stato effettuato almeno un test di screening per epatite A, B, C e HIV. Complessivamente 1/3 degli utenti sottoposti a test risulta positivo all’epatite C, 1 su 4 all’epatite A, il 16,3% all’epatite B e il 3,3% all’HIV.

Gli interventi

Gli interventi posti in essere in questi anni, al fine di promuovere percorsi di autonomia e di capacitazione delle persone, in un’ottica tesa a contrastare esclusione, povertà e fragilità, si sono concentrati prevalentemente sull’asse dell’abitare, del lavoro e della socialità quali ad esempio:

  • Tirocini di orientamento, formazione e inserimento o reinserimento a sostegno dell’inserimento lavorativo;
  • Segretariato sociale: attività finalizzata ad aiutare le persone ad accedere ai Servizi e alle risorse sociali pubbliche e private esistenti sul territorio;
  • “Laboratorio Prima Pagina”: esperienza di narrazione, scrittura creativa ed espressività che si struttura con incontri settimanali e moduli, uscite guidate e cineforum rivolto a pazienti adulti con lunghe storie di dipendenza e abuso connesse a difficoltà sociali e relazionali con conseguente ritiro e isolamento sociale.
1) Fonte: SistER – Sistema Informativo sulle Dipendenze della Regione Emilia Romagna.
2) Per utente in trattamento si intende un soggetto che nel corso dell’anno ha seguito uno o più percorsi di cura.
3) Nella casistica di dimora instabile sono state incluse le seguenti condizioni abitative: senza fissa dimora, vive in strada, residenza registrata presso la Casa Comunale.
4) L’analisi delinea l’attuale stato di salute dei tossicodipendenti e degli alcoldipendenti.