Centro di Salute Mentale

Il Dipartimento di Salute Mentale ha redatto un rapporto nel 2018 sulla attività svolta.
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L’utenza del Centro di Salute Mentale di Rimini

Nel 2018 al CSM sono afferiti 5.274 pazienti, nello specifico:

  • 3.333 pazienti (63%) risultano essere stati presi in carico con un progetto terapeutico. Il trend temporale vede un leggero calo percentuale nel 2018, infatti negli anni scorsi le prese in carico sono state il 67,5% nel 2017, il 70,1% nel 2016; il 70,9% nel 2015.
  • 1.941 pazienti (37%) risultano essere stati seguiti in consulenza o per la necessità di ricevere certificazioni.
  • I nuovi pazienti presi in carico per la prima volta dal CSM nel corso del 2018 sono stati 341, il 2% in meno dell’anno precedente.
  • L’utenza in carico ha un età media di 51 anni; il 17% sono giovani con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Caratteristiche socio-anagrafiche dell’utenza

Le problematiche psichiatriche si presentano in tutte le età, sono trasversali tra generi (si stima 41% uomini e 30% donne che abbiano sofferto almeno una volta nella vita di disturbi mentali o di abuso di droghe e/o alcol) e colpiscono profondamente la qualità della vita quotidiana e lo svolgimento delle attività lavorative. Allo stesso modo vi sono delle condizioni socio-anagrafiche che condizionano fortemente la tipologia di trattamento adatta. Nel 2018 solo il 31,1% degli utenti afferiti al CSM può contare sull’autonomia lavorativa, mentre il 38,7% sono inoccupati (casalinghe, studenti, pensionati) o disoccupati (30,2%).

Per promuovere e sostenere la motivazione e la necessità delle persone in cura che vogliano inserirsi a pieno titolo nel mondo del lavoro, il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche ha attivato o collabora per la messa in campo di azioni di politica attiva del lavoro. Nello specifico si tratta delle seguenti progettazioni:

  1. Tirocini volti alla riabilitazione lavorativa promossi e realizzati direttamente dal DSM/DP (con l’ausilio di un Ente gestore) in cui la persona sperimenta un percorso lavorativo per valutare le proprie capacità e competenze supportata da un tutor;
  2. Programma IPS (Supporto Individuale all’inserimento lavorativo), promosso e realizzato direttamente dal DSM/DP (con l’ausilio di un Ente Gestore) per ricerca e l’inserimento nel mercato del lavoro;
  3. Percorsi di inclusione lavorativa e sociale ai sensi della L.R. 14/2015, in cui l’Agenzia Regionale del Lavoro, in collaborazione con l’Ausl della Romagna e l’Ufficio del Piano di Zona, sostiene le persone con fragilità nell’inserimento nel mercato del lavoro, cercando di affrontare eventuali ostacoli di natura socio-sanitaria che lo potrebbero impedire.

L’11,9% dell’utenza ha dichiarato di vivere da solo, mentre la maggioranza vive in famiglia di origine (28,2%) o nella propria famiglia acquisita (31,1%). Poi risulta una quota di utenti che vive in struttura (7,7%) o altre forme di convivenza (21,2%, es: con amici, parenti, ecc…). Nello specifico, il 28,2% che risiede ancora nella propria famiglia di origine ha un’età media di 43,6 anni.
Altro aspetto interessante è legato al livello di istruzione: la tendenza è l’incremento dei pazienti con titolo di studio medio-alto (diploma superiore o laurea) che passano dal 39,7% del 2013 al 44,8% del 2018.
Gli aspetti più rilevanti che differenziano l’utenza in carico rispetto al totale dei pazienti sono: la quota più elevata di celibi/nubili (56,2% fra utenza in carico vs 50,4% fra utenza afferita), la minor percentuale di persone con un lavoro stabile (29% vs 31,1%), e la percentuale più alta di coloro che vivono ancora in famiglia (34,7% vs 28,2%).
Si tratta di condizioni che rischiano di favorire l’isolamento ed il progredire della patologia, oltre al fatto che appare evidente la dipendenza di queste persone dalla famiglia di origine. Questo è un aspetto importante da analizzare ed affrontare: con il passare del tempo i caregivers avranno sempre meno possibilità di seguire i loro familiari, con conseguente riversamento sui servizi di tutta l’attività di assistenza e cura fino ad ora rimasta in carico alle famiglie.
Di seguito invece si riportano le risposte a un’intervista fatta agli operatori del Centro che riteniamo essere utile per i lettori di questa pubblicazione.

  1. Quando da voi si presenta una persona priva di residenza anagrafica come vi comportate?

Ci occupiamo dei problemi sanitari urgenti e invitiamo la persona a regolarizzare la propria posizione presso le apposite istituzioni e fornendo indicazioni e informazioni utili.

  1. Quando una persona è priva di reddito può ricevere farmaci e assistenza gratuita?

Come da normativa nazionale (in base a quanto previsto dalla Legge 537/1993 e successive modificazioni art. 8, comma 16) e regionale (DGR Emilia Romagna n. 1190/2011), chi è privo di reddito ha diritto all’esenzione per reddito rilasciata sulla base di autocertificazione del possesso dei requisiti necessari che la persona deve consegnare agli uffici appositi della nostra Azienda USL. Ad ogni modo in condizioni di urgenza psicopatologica presso il Centro di Salute Mentale vengono effettuate tutte le prestazioni del caso. Per quanto riguarda gli utenti con esenzione per patologia, sono ovviamente garantite le prestazioni connesse a tale patologia. In condizioni inoltre di vulnerabilità sanitaria, condizione certificata dai nostri specialisti, possono essere erogate gratuitamente ulteriori prestazioni (ad es. prestazioni odontoiatriche).

  1. Nel momento in cui una persona viene dimessa dall’ospedale, ma non ha un domicilio, come vi comportate? Come fate a verificare che continui la terapia?

Previa verifica della presenza di patologie psichiatriche, invitiamo la persona a presentarsi regolarmente presso il nostro servizio per le visite di controllo successive alla dimissione. Inoltre le nostre Assistenti Sociali si adoperano al fine di dare informazioni sulle modalità di reperimento di un domicilio sia provvisorio che definitivo, oltreché collaborare con i servizi coinvolti, con il servizio sociale territoriale del Comune ed altre Agenzie.

  1. Quante persone oltre ad avere problemi di salute mentale soffrono di dipendenze? Come vi comportate in questi casi?

Il Centro di Salute Mentale ed il Servizio Dipendenze Patologiche già da diversi anni hanno attivato un protocollo per l’invio a consulenza e l’eventuale presa in carico congiunta di pazienti con la doppia diagnosi (psichiatrica e da uso di sostanze) al fine di intercettare precocemente eventuali situazioni problematiche e favorire la continuità terapeutica.

  1. Quante persone hanno oltre a problemi di salute mentale altre patologie?

L’analisi delle diagnosi dei pazienti registrate sul sistema informativo della salute mentale evidenzia che oltre il 10% dei pazienti – oltre ai problemi di salute mentale – presenta anche altre patologie organiche importanti. Certamente il dato appare sottostimato in quanto le problematiche poco rilevanti non sempre vengono registrate nella sessione diagnostica del fascicolo sanitario del paziente.

  1. Che rapporto avete con i familiari? Date indicazioni sui trattamenti, offrite loro sostegno?

Lo scrivente CSM ha attivato numerose iniziative per facilitare e sostenere il rapporto con i familiari di riferimento dei pazienti da noi seguiti. In particolare:

  • gli operatori sono parte e partecipano al C.U.F.O., ove sono rappresentate le principali associazioni di familiari e utenti che afferiscono alla Salute Mentale;
  • il trattamento di routine della presa in carico territoriale prevede rapporti formali e/o informali con i familiari per quanto riguarda tutti gli operatori (Medico, Infermiere, Educatore, Assistente Sociale e Psicologo) ciascuno per la propria parte di competenza;
  • sono stati attivati gruppi di psico-educazione per familiari di utenti cronici a rotazione nei diversi ambiti territoriali del Centro di Salute Mentale;
  • è attiva una psico-educazione monofamiliare con i genitori di utenti all’esordio psicotico che comporta un numero di sedute prestabilito; allo stesso modo si sta attivando un gruppo di psico-educazione per familiari con utenti che soffrono di disturbi alimentari e anche gruppi di psico-educazione per familiari di utenti con disturbo borderline di personalità;
  • presso una sede del Centro di Salute Mentale di svolge attività di consulenza e terapia familiare.
  1. Nel caso in cui capitassero madri o padri con figli minori, vengono segnalati i casi alla tutela minori?

Nel caso di madri o padri con figli minori qualora sussistano condizioni di grave pericolo per i minori si provvede a fare una segnalazione al servizio Tutela Minore della nostra Azienda USL, col quale viene successivamente instaurato un rapporto di collaborazione per affrontare al meglio la complessità di questo tipo di situazioni.

  1. I giovani tra i 18 e 35 anni che tipo di patologie presentano?- Con i giovani intervenite in modo diverso rispetto agli adulti?

I giovani di età compresa tra i 18 e 35 anni, in carico al Servizio, presentano prevalentemente: disturbi del comportamento alimentare, disturbi gravi di personalità e sintomi psicotici all’esordio.
Per i giovani in carico si prevedono percorsi di trattamento diversificati, al fine di prevenire la cronicizzazione della sintomatologia all’esordio e favorire un migliore livello di funzionamento globale della persona.
Per questo target di utenza, il Servizio integra al trattamento farmacologico e socio-assistenziale-riabilitativo (se necessario) anche interventi di psicoterapia individuali, gruppali e familiari basati sull’evidenza scientifica, come indicato dalle linee guida nazionali. I percorsi psicologici specifici prediligono un target di utenza giovanile che dimostra trarne maggiori benefici nel medio-lungo termine.

  1. Quali caratteristiche anagrafiche ha presentato l’utenza giovanile del 2018?

Nel 2018 tra i pazienti afferiti all’UO-CSM di Rimini c’erano 1.007 giovani, il 17% sul totale, tra questi 571 utenti (56,7%) è in carico al servizio, mentre 436 pazienti (43,3%) sono stati seguiti in consulenza o per la necessità di ricevere certificazioni. In riferimento allo scorso anno i nuovi pazienti presi in carico per la prima volta dal CSM sono stati 151, ovvero il 44% sul totale di tutti i pazienti presi in carico.

Al contrario di ciò che si verifica nell’utenza totale afferita al CSM di Rimini (5.274), tra i giovani prevalgono i maschi (56,4%), l’età media è di 27,1 anni, quindi la maggior parte degli utenti è pronta per il mercato del lavoro, infatti solo un terzo risulta essere ancora uno studente, ma in realtà solo il 22,4% dei giovani è occupato (9,6% capo operaio e 6,3% impiegato o tecnico), le persone in cerca di occupazione sono solo l’1,6%, mentre il 29,2% è disoccupato.

Tra chi ha completato gli studi più del 60% ha un titolo di studio medio-alto quale diploma delle superiori o laurea.
Analizzando la situazione abitativa dei giovani, quasi la metà (47,3%) vive ancora nella famiglia di origine, il 23,8% dichiara di convivere con amici, parenti ecc.. e solo il 5 % vive da solo. Fortunatamente non risultano esserci giovani senza fissa dimora.
Il 90% dei giovani è celibe/ nubile, mentre quasi un 8% è convivente.
Ponendo l’attenzione sul i programmi o percorsi terapeutici- assistenziali attivi nel 2018 per l’utenza giovanile (207) tra i più frequenti troviamo il percorso per il disturbo del comportamento alimentare (39,6%), il percorso esordi psicotici (22,2%) e il percorso per disturbi gravi di personalità (14,5%).