“Sportello carcere – centro di ascolto”

Il progetto “Area Carcere” ha inizio nel 2006 ed è gestito dall’Associazione di Volontariato “Madonna della Carità”, da allora porta avanti con continuità numerose azioni a sostegno delle persone detenute presso la Casa Circondariale di Rimini grazie a personale e volontari qualificati e al cofinanziamento messo a disposizione attraverso il Piano Sociale di Zona del Distretto Rimini Nord. Settimanalmente un operatore dell’Associazione si reca alla Casa Circondariale per il cosiddetto “Sportello Carcere-Centro di Ascolto”. Si tratta di un servizio rivolto a tutti i detenuti, sia stranieri che italiani, con qualunque posizione giuridica. Lo sportello offre uno spazio di ascolto attivo e aperto al confronto, agevola l’accesso ai servizi offerti dalla pubblica amministrazione (servizi sociali, sanitari, scolastici, abitativi, etc.) e di terzo settore presenti all’interno dell’istituto; fornisce inoltre informazioni di carattere giuridico e garantisce assistenza, accompagnamento e orientamento relativamente alle norme di vita all’interno del carcere. Lo sportello promuove altresì la partecipazione alle attività formative e socializzanti realizzate dagli enti che, a vario titolo, operano all’interno della Casa Circondariale. L’operatore ha il compito di facilitare i rapporti tra il detenuto e le diverse figure operanti all’interno dell’istituto con particolare attenzione ai detenuti che presentano situazioni di fragilità e a quelli prossimi alla dimissione. Il Progetto si realizza in pieno accordo con la Direzione dell’Amministrazione Penitenziaria e l’Area Educativa d’Istituto con la quale si definiscono di volta in volta obiettivi da raggiungere e interventi da proporre.

Le caratteristiche dei detenuti

Nella Casa Circondariale di Rimini una buona parte dei reclusi proviene da condizioni di degrado ed emarginazione socio-familiare. È presente un consistente numero di detenuti stranieri, un elevato turn over di detenuti con problemi di dipendenza da sostanze ai quali, spesso si associano disturbi di tipo comportamentale o psichiatrico. Complessivamente sono state 112 le persone recluse incontrate dall’operatore dello Sportello Carcere-Centro di Ascolto (il numero considera la somma delle persone registratesi per la prima volta nel 2018 e quelle di precedente iscrizione che hanno fatto ritorno allo sportello). Il 15% delle persone incontrate nel 2018 ha tra i 18 e i 25 anni. Con ogni detenuto si affrontano uno o più colloqui a seconda delle situazioni e delle necessità personali espresse. Le richieste presentate in totale sono state 488, le principali sono riportate nella tabella. Per offrire una visione della realtà in cui l’Associazione opera, negli schemi sottostanti sono rappresentate alcune delle caratteristiche della popolazione detenuta incontrata nei dodici mesi di attività.


 

Richieste Principali che i detenuti hanno rivolto
allo Sportello Carcere-Centro di Ascolto, Anno 2018
Ascolto e verifica situazione personale 125
Rapporti con ufficio matricola 78
Informazioni/assistenza espletamento procedure per colloquio con familiari 70
Colloquio con mediatori linguistico -culturali 62
Rapporti/confronto con equipe pedagogica 37
Orientamento/colloquio di sostegno 29
Valutazione/confronto in equipe dimittendi 15
Rapporti con servizi uffici socio-assistenziali esterni al carcere 12
Informazioni procedure rilascio/rinnovo titolo di soggiorno 10

Le risposte dello Sportello

Sono stati rivolti 470 interventi ai 112 detenuti incontrati nel 2018. I servizi numericamente più consistenti hanno riguardato l’ascolto e la verifica della situazione personale (131 interventi), l’espletamento di pratiche, grazie al confronto e al supporto dell’Ufficio Matricola penitenziario (76 interventi), l’assistenza nell’espletamento di tutte le procedure amministrative necessarie per rendere possibile il colloquio con i familiari (67 interventi), il rapporto e il coordinamento su problematiche specifiche con l’equipe pedagogica di Istituto (40), l’orientamento a servizi specifici e colloqui di sostegno in casi di grave disagio (29 interventi). All’interno del luogo di reclusione gli stranieri spesso non dispongono dell’appoggio di una rete amicale e familiare di sostegno. Grazie all’esperienza maturata negli anni in ambito di immigrazione l’Associazione è in grado di far fronte anche alle istanze specifiche connesse a questo ambito giuridico e sociale. Sono numerosi i casi in cui l’operatore e i mediatori linguistici-culturale instaurano rapporti telefonici con le ambasciate o consolati o direttamente con le famiglie residenti all’estero per agevolare le comunicazioni tra detenuti stranieri e le loro famiglie, seguendo i protocolli amministrativi in accordo con l’Area Educativa e la Direzione Penitenziaria.

Servizi/interventi principali rivolti ai detenuti nel 2018
Ascolto e verifica situazione personale 131
Rapporti con ufficio matricola 76
Informazioni/assistenza espletamento procedure per colloquio con familiari 67
Colloquio con mediatori linguistico-culturali 60
Rapporti/confronto con equipe pedagogica 40
Orientamento/colloquio di sostegno 29
Informazioni procedure rilascio/rinnovo titolo di soggiorno 10
Totale 519

I detenuti e i rapporti con i familiari

Tra le azioni specifiche che svolge l’Associazione vi è quella di favorire il rafforzamento dei rapporti, spesso interrotti o sfilacciati, tra detenuti e famiglie di origine. Queste azioni fanno parte di un più ampio progetto educativo condiviso con l’Area Educativa penitenziaria con cui l’Associazione lavora a stretto contatto all’interno di equipe e gruppi di lavoro multidisciplinari che mettono in rete più soggetti, sia istituzionali (Casa Circondariale, Comune di Rimini, Asl) che privati (associazioni, enti di formazione e cooperative). Particolare attenzione è posta alle persone residenti sul territorio provinciale in fase di dimissione.
Negli anni, il consueto momento dedicato ai “colloqui settimanali” tra detenuti e familiari è stato valorizzato e rafforzato grazie alla collaborazione tra l’Associazione Madonna della Carità e altri enti territoriali (Comune di Rimini, Centro per le Famiglie del Comune di Rimini, Associazione Papillon, Centro di Servizi per il Volontariato Volontarimini, Ass. Papa Giovanni XIII) che insieme hanno realizzato alcune azioni specifiche a sostegno della genitorialità: è stato infatti allestito un grande spazio Ludoteca all’interno della sala colloqui dotato di tavoli colorati, area giochi e variopinti murales dove i bimbi trovano un ambiente a loro dedicato e su misura.
All’interno di questo spazio si colloca l’intervento di un’educatrice dell’Associazione Madonna della Carità che, due volte al mese, coinvolge i bambini insieme ai genitori con giochi, laboratori e letture, in un ambiente accogliente e rilassato che incentiva il legame tra papà-detenuto e figlio. Sono stati organizzati atelier, incontri e momenti di festa quali: “Babbo Natale arriva in Istituto”, “Festa del Papà” e “Festa d’Estate”.
All’esterno invece l’Associazione si dedica ai familiari delle persone recluse attraverso il Centro di Ascolto attivo presso la Caritas diocesana di Rimini, dove le persone possono rivolgersi per ricevere sostegno, assistenza e orientamento rispetto agli interlocutori più adatti a far fronte ad esigenze specifiche (associazioni, servizi pubblici, progetti di integrazione lavorativa, gruppi informali e di mutuo aiuto) e consulenza sulle problematiche che li affliggono.

Altre attività ed interventi

L’Associazione dispiega il proprio servizio all’interno della Casa Circondariale anche organizzando delle attività continuative e con cadenza settimanale di carattere culturale, ricreativo e informativo. All’interno della Biblioteca Penitenziaria un operatore dell’Associazione, grazie al contributo di validi volontari, svolge ogni martedì un “gruppo di parola”, che coinvolge 15 persone, per un momento di confronto e socializzazione che segue il pranzo. Ci si dedica alla lettura dei quotidiani che l’Associazione si incarica di acquistare regolarmente e ci si confronta su tematiche di attualità o di interesse per i partecipanti. Il tema della “cittadinanza attiva” riceve grande spazio grazie alla testimonianza di persone invitate ad hoc, esterne al carcere, che raccontano la propria esperienza maturata nelle associazioni di volontariato cui fanno riferimento o dei progetti di sviluppo di cui si occupano.
Sono inoltre proposti durante l’anno attività laboratoriali, musicali e artigianali concordati con l’Area Educativa del carcere che riconoscono e prevedono anche la dimensione dell’autoconsumo e che coinvolgono i detenuti più poveri e con meno risorse.